giovedì 28 febbraio 2008

BISSONE

Nel muro intonacato rosa antico
sul lago s'apre come finestra un varco.

Brillante nel sereno il Sole
di luce incarta l'acque di Bissone.

Il traffico al solito scorre
lungo la riva cara al pescatore.

Nel portico si beve al tavolino
un sorso di gazzosa al mandarino.

Guardano dalla parete la Madonna coi Santi

dipinti lì da secoli proteggono i viandanti.

RIZZADA

Siamo i ciottoli del Broletto
abituati di secoli e passanti al calpestìo.

La liscia lucentezza dei colori
non ha ceduto al peso dei carriaggi
nè le stagioni con i caldi e i geli
sbiadita l'hanno con opachi veli.

Tu non ci noti stesi umili ai piedi
utili sassi con occhi spalancati fissi ai cieli.

SOPRAVVISSUTO

Oh tu che miri ora il mio sembiante
distogli da queste spoglie il guardo!

Nella memoria lascia lo splendore
ch'ebbe nell'isola degli alberi il signore
come Sansone bello per le chiome
all'invidia del vento arrese rovinose.

Del cipresso che fui pallida ombra
con tesi ferri al cielo levo ritta.

PER UN CIPRESSO

Come Dafne da corteccia involto
con sentire di albero ho provato
la sofferenza del cipresso amato.

La fiamma verde segno dell'affetto
vegliava i cari estinti al cimitero
di giorno e notte con gagliardo aspetto.

Doma la pianta da solare sferza
secche le chiome nelle punte mostra
disidratate dalla sete lunga.

Col perdono al colpevole oblio
mi conceda il Destino
che ritorni vivo.

GUAI AI DOLCI

Ho le torte più soffici
il pane croccante
formaggi cremosi
salame piccante.

Dolcissime rime
in cambio tu dammi
accese d'amore
e d'estro sonanti.

Magari il poeta
avesse abbondanza
di simili scambi!

Però poi la Musa
cadrebbe al cantore
con grave suo danno.

GATTO



Quando c'è da sgobbare
di me fatene a meno.

Sorrido sotto il baffo

e lesto me la batto.

Non rassomiglio
a un gatto?

lunedì 25 febbraio 2008

DA STRESA

Blu profondo d'ortensie
in riva al lago.

La tramontana spazzola il nebbiume.

Spicca bianca la vela del barchino:
cigno veloce che sospinto è al largo.

Profili morbidi riflettono
l'isole belle nello specchio chiaro.

Di verde tenero carezze
il Sole dona alle cerulee onde.

RUOLO

Cortese critico chiese al poeta
in società che ruolo si assegnava.

Tolto dall'empireo ove i suoi fior cogliea
rispose assorto il vate e sì parlò conciso.

"Poco mi curo d'altri perchè mi scavo dentro.

Prodotto son dei tempi che odio e insieme amo:
di questo rendo conto cantando un Nuovo Mondo."

LUPO DI MARE

Spruzzati di spuma i capelli:
ricordo dei sette mari.

Esilio di terra ferma!

Gli occhi fissi lontano:
l'azzurro infinito d'intorno
lo strido bianco e il gabbiano.

Fiorito bersò del riposo
dolcezza infonde di sogno.

Socchiuse le palpebre,
su ponte corsaro si finge:
sentire gli pare il salmastro
ben forte, portato dal vento.

MICIO

Alle otto del mattino d'agosto
dal davanzale della finestra socchiusa
i radi passanti il gatto rosso osserva.

D'Albenga vecchia
le case-torri
hanno di questi guardiani...

Guai ai topi!


SAN GRATO

La chiesa di San Grato seguendo di Bobbiate le pecore riottose
negli anni ha raddoppiato di numero l'ovile.

Di dietro un po' nascosta vicino alla canonica
sta la chiesina antica dei vecchi bobbiatesi.

Davanti ampia e moderna la nuova costruzione
con scivolo e gradini s'affaccia in piazza Bossi.

Accanto ha la cappella del primo novecento
eretta a ricordare chi bene meritò.

Un bel cipresso verde svettante punta al cielo
presso la cara immagine protetta dal cristallo
della Madonna santa patrona al lago e ai pesci.

Un campanile solo serve ambe le chiese
ed ha buone campane senza tante pretese.

VELA A LAGO





Come farfalla lieve scivola
sul fiore blu si posa e vola.

NUVOLE


Quelle del mattino
stropicciate per la notte agitata
appena gli occhi cerulei aprono
di Caldè disciplinate in coda
visitano la rocca sul lago

prima di farsi sciogliere
dalla malìa del Sole.

BOCCIOLO

Ha l'abito bello e il portamento
della fanciullezza che fugge.

Da grande potrà essere prepotente nella fioritura
e ciò lo perderà nel carcere del dorato vaso.

Umile durerà il tempo a lui assegnato
contento del piacere delicato al mondo regalato.

BADIA

Nella pace profonda della valle all'ombra del Poncione
di Ganna scopri la badìa
per nutrire di mistico silenzio l'anima
e salire con gli angeli la scala della Luce.

BIANCO

Viene dal bianco l'assenza:
del colore, del segno, del peccato.

Candida è la purezza:
della veste d'infante e di sposa
del giglio dell'angelo annunciante
dell'ossa mondate della carne.

Ecco perchè accecante candore s'addice
e null'altro alla fine.

STAMPA GIAPPONESE

Viste le rose candide
attratto dal profumo
la stampa giapponese
lascia l'uccello a volo.

Una vacanza prende
ad ali dispiegate
dal fiore artificiale
alle corolle vere.

LA GRANDE MURAGLIA

Tu dici bene, Ornella, che amica mi partecipi
tramite cartolina spicchio bello di Cina:
davvero la Muraglia par opra di giganti
e chiude spazi ampi insieme a gran cultura.

Mi son commosso, sappi, vedendo i bianchi aironi
con l'ali dispiegate portarmi la missiva
e come il tuo pensiero m'ispira versi grati
così in pace ai popoli non servano più mura.

PORPORA




Ama e più t'ama
risponde al cuore in pena
confortando la rosa
e rossa nel bel viso
riaccende la speranza
come soffiando al fuoco.

domenica 24 febbraio 2008

EDERA



Anela al giardino

pensile in cima
arrampica sul muro
un'edera tenace.

Lena di là riprende
il campanile punta
ed io le vado dietro
nella scalata al cielo.

ARCA

E per quaranta giorni
ed altrettante notti
altro non fu che pioggia.

Dall'acqua l'arca scampa
di umani e d'animali
le specie elette accolte.

Obbediente al Signore
ai buoni soccorrevole
Noè il comando tiene.

E quando la colomba con l'ulivo ritorna
insieme a arcobaleno che in cielo si disegna
il Sole risplendente la Terra vede pura.

sabato 23 febbraio 2008

GALLINE

Su strade d'ombra
due galline bianche
procedono con dietro una dipinta.

Con metodo becchettano tra l'erbe
ed è sisma
che fuggono formiche.

Il verme no,
lui non ha cervello,
ed esce al sole incontro allo sfracello.

INFINITO

L'anno che viene ti porta l'infinito
in forma d'otto
nella cifra che ha dopo lo zero.

Dunque t'attende
lavoro di creatore nei suoi giorni.

Li finirai con opere di mani
con mente e cuore li farai viventi.

L'anima tua comunque

e tu lo sai
all'Infinito tenderà per sempre.

ROSSO

Quando un cielo di cenere
ghiaccia le ossa
grigio spargendo in viso
il rosso cerca
per scaldare il cuore.

Con fiori e bacche l'anima s'accende
dalle braci sui rami cogliendo
fuoco d'amore
che alla vita attende.

PALLA

Dal platano brullo pendono brune palle
con dentro i semi che se Terra accoglie
eredi gli daranno, ombrosi al Sole.

Una ne coglie ciondolante in basso
la foto che la fissa contro il tasso
dagli aghi cupi che da bacche ha il rosso.

PORTICO

Si prospetta il passaggio dal portico
monumentale, alto, freddo
di scuro marmo.

Stranamente trasale il cuore
quanto più è ampio, liscio, scorrevole.

La luce che intravede dà timore
di ritrovarsi fuori da ogni dove
nell'incubo infinito di un altrove.

NELL'ORTO

Non sono stelle in cielo
ma l'angelo sa dove cercare
per porgere la coppa
amara
che tocca
a Chi deve salvare
il peccatore indegno
e poi resuscitare.

DESERTO

Manca acqua
il pozzo è miraggio.

Alla vista scoperta
sempre ritorna la stessa duna.

Calata la sabbia nell'aria sospesa
ride lo scheletro dai denti sani.

D'avventura condividere il brivido pare
accennando contento l'abbraccio finale.

RECINTO

Di sassi grossi pesanti
accomodati in colorati strati
cinge alto il muro la villa.

Di sopra ai cocci di bottiglia
castagni e tigli svettanti
stanno di guardia con la muraglia.

A volte il cancello di ferrei battenti
s'apre su un viale grigio di ghiaia
ma alla curva lo sguardo s'arresta.

venerdì 22 febbraio 2008

ALL'AMATA

Nel gesto delle mani
offerte come coppa
all'onda cristallina
discioltasi dal ghiaccio
nel riso sorpreso
spontaneo d'allegria
nel rossore malandrino

che spunta nel candore

dai palpiti del cuore
in segni consimili sveli
la fanciulla che sei
che solo all'amore riveli.

NEL PARCO

I giapponesi aceri rossi
e le spose magnolie
chiacchierano
con le gialle forsizie dell'aiuola.

Un salice vicino i rami china:
ascolta dalle prime foglioline.

Brontola il grande faggio
ancora nudo.

Gli pare che si rida del suo aspetto.

Mal tollera dai fiori
mancanza di rispetto.

MUSICA AZZURRA

Erra sguardo beato
entro le pennellate sfumate
di celeste e turchese
dal cielo trascoloranti al lago.

Disegna la terra discreta i contorni.

AMOR D'ANANAS


Biondo ananasso australe

m'attende stamane
la glauca chioma sfatta
da desiderio insonne.

Certo ti troverò
frutto mio tanto amato
soave nella polpa
al morso appassionato
offerto della bocca.

E poi che ti avrò
Signore del carrello
disprezzami se a mensa
libato ai Numi buoni
di baci non ti copro
finchè non ti consumo.

DAVANTI A UNA FONTANA

Ben mi sovviene, o Donna, di baci la gran sete
ogni qualvolta miro la chiara onda scorrente
e per non esser Tantalo estinto anco da fame
di fonte a te fo dono
onde di me pietosa almeno mi dissete.

NOTTURNO




Centimane betulla d'argentate scorze
reggi di corvi schiere sulle rame spoglie
di sopra i fuochi fatui della notte
e l'ombre diacce delle adunche streghe
intente al sabba nell'esangue lume.

BROLETTO

Cala la Luna
non regge
del fulgido Sole la vista.

L'Astro riluce
il sogno dell'alba a velare
di amore avere e donare.

Ma non svanisce
riemerso in cuore
ritratto di passione
ricordo di giovanile ardore.

Torna nel portico
con gli archi e la rizzada
la torretta ed il celeste in alto:
rivede il dolce viso nel broletto.

MOTO

Cammino:
piacevolmente alzo, distendo,
abbasso
le gambe una ad una.

Il bello sta nell'empatia del movimento:
t'innalza nell'arto che si leva
e poi ti pesa quando il piede atterra.

Questi pensieri non vengono da fermo
o se veloce nei passi
la vita corre accanto
attenta solo agli agi ed agli stenti.

giovedì 21 febbraio 2008

IL POETA

Se riesci a confidare in un mondo migliore,
adopri occhiali rosa e sei ottimista nato.

Se pensi che il passato dei punti dia al presente,
mi sa che la vecchiaia ti penetra accidiosa.

Se cogli il bello e canti per ogni creatura che sfolgorante ama,
allora avuto hai in dono il bene più prezioso: un animo poeta.

SAN SIMPLICIANO

Al culmine della facciata pulita
nel romanico dei rossi mattoni
la croce umile e grande
porta lo sguardo al cielo
là ove tendono l'anime
alla fine del cammino
e gli occhi imbevuti di luce
levano dai cuori le tenebre.

SUL LAGO

Dalla caligine improvvisi
sbucano i Mazzarditi.

Rapaci scattano dal nido
pirati maledetti del Verbano.

Tagliano gole saccheggiano navigli
controllan dai castelli i traffici sul lago.

Adesso che si leva il vento cannobino
svaniscono gli spettri
e l'onda batte forte
i resti delle rocche.

CONFESSIONE

Sono la pecora che rientra all'ovile:
quella smarrita cercata dal pastore.

Le altre?

Si sono perdute...
ma io resto!

SORRISO

Nella bottiglia affidata all'onda sta la richiesta.

Bianchissimi salutano i forti denti:
benvenuto del naufrago di allora.

Accanto alla speranza restituita dal mare
ride lo scheletro folle.

ALL'EDICOLA




Prima del tiepido Sole
scaldano l'animo i titoli
dei quotidiani offerti
al lettore nell'espositore.

CAMPANILE







Punta al cielo direttamente
la chiave sonora delle campane.

Annuncia l'arrivo di anime nuove
il rombo celeste che sale.

DANZATRICE

In sogno di soppiatto
avvolta da note melodiose
giunge talora nella radura
una fanciulla e danza.

Il volto mi tiene segreto
velato dalla chioma.

Al tocco i fiori escono dall'erbe
la Luna da dietro una nuvola s'affaccia.

Improvvisa una voce
incrina il quadro
svanisce la flessuosa
dai salici assorbita.

Mi guarda la civetta dal noce
e mi ritrovo nel buio.

sabato 16 febbraio 2008

OBELISCO DI LECCE

Notturno ricordo avanti il ritorno
del favoloso Salento
di centenari ulivi
belli di papaveri e di brezze marine.

RITORNO

Quattro volte trascorso il tempo
ad Ulisse concesso per Itaca ritrovare
son tornato, brevi ahi i giorni,
a Voi
degli avi terre di vigne e d'olivi.

M'hanno accolto le case di uomini e Dei
per me s'è levato di papaveri il rosso canto
e il mare la veste più azzurra ha indossato.

Tutte Puglia hai toccate del cuore le corde
al figlio cui insubre suolo die' il Fato.


Rimane d'abbraccio il ricordo

col sorriso di Attis
il vento marino
la barca per il ritorno.

VENERE D'EGNATIA

Dalla teca museale mi guarda
l'eterno femminino di marmo.

Finissimi capelli spartiti sulla fronte
disegnano di perfezione ovale
con tratti fascinosi da ammirare.

Figlia fu d'un umano Nausica od Euridice?

L'aria pare risuoni per lodi d'Odisseo
e che s'incanti il mondo per la lira d'Orfeo.

La scruti e sei rapito dai delicati lobi
adorni un tempo di cesellati ori.

Sfolgora forma divina pel desiderio vano
e in cuor profondo lascia della visione il segno.

AL MARE

Quando disceso alla spiaggia
nell'ombra fresca sotto lo scoglio
vedi dormir la Sirena
cullata dai sistri delle cicale al meriggio
non la destare
chè Sorte a tutti non diede
un volto divino mirare.

NEL VIAGGIO

Da Ostuni
sulla via che scende tra gli oliveti
e a Lecce conduce
quando il Sole vigore riduce
soffèrmati un olivo ad abbracciare
producerà più frutti a ringraziare.